La cosa bella di questo avvenimento é l'assoluta unanimitá con la quale una cittá intera ha deciso di dedicare una curva che, per una piazza che vive di solo calcio, diventa di un significato sicuramente immenso.
Franco Mancini era una persona, ancor prima di essere un calciatore, che a questa cittá ha saputo dare tanto, che ha saputo lasciare dei valori che, come ho detto infinite volte, gli ha dato una immortalitá assoluta, quella immortalitá che fa sí che una icona possa entrare nel cuore di tutti, cosa che non é un privilegio di tutti, ma solo dei grandi uomini.
La scelta secondo me intelligente, e non solo perché partorita da una donna intelligente come Chiara, di non pensare ad una fredda targa di marmo che ricordasse la morte di un uomo e quindi la sua assenza, ma una gigantografia che ricordasse la sua vita e la sua continua presenza, é la migliore che si potesse fare.
Quella immagine guiderá le nostre domeniche allo Zaccheria, le nostre vittorie e le nostre sconfitte, le nostre gioie sportive e le nostre ansie, come quando lo vedevamo in campo a protezione della sua e soprattutto della nostra porta; ogni tanto alzeremo gli occhi e lo guarderemo, magari gli chiederemo un favore dal cielo, magari ci confideremo con lui; quella foto ci avvicinerá ancor di piú all'uomo e non solo al calciatore.
Beato colui che gode del dono della fede perché lui sa che in un altro mondo esiste un nostro caro che ci aspetta e che ci guida nel percorso terreno; noi tutti, credenti e non credenti, avremo bisogno dello sguardo di Franco, dei suoi occhi, della sua immagine per sentirci ancora piú foggiani ed ancora piú rossoneri.
Brava Chiara perché con quella immagine ci hai avvicinati tutti al cielo!
Alberto Mangano
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