Fa molto discutere la notizia che annuncia una possibile chiusura della curva nord dello Zaccheria per i cori che, diretti alla cittá di Napoli, indicavano, durante la gara Foggia Gavorrano, una chiara discriminazione territoriale.
Ci chiediamo se sia giusto che il calcio stia morendo per regole severe che colpiscono la massa, e nel caso specifico, gli abbonati di un settore popolare, alcuni dei quali forse fanno anche dei sacrifici per acquistare il proprio diritto annuale a vedere la propria squadra.
Non pensiamo che la violenza negli stadi si possa combattere punendo slogan e striscioni ma eventualmente individuando negli stadi i reali facinorosi, i rissosi che possono guastare un ambiente ed uno spettacolo.
Una sana rivalitá, gli sfottó delle curve sono il sale di questo sport e, senza voler giustificare stupidi eccessi, forse il buon senso da una parte e dall'altra potrebbe aiutare lo sport piú bello del mondo a non sparire e comunque a non doverlo vivere in poltrona davanti alla TV.
Detto questo, non si puó non dar ragione a Chiara Mancini che aspetta con ansia l'inaugurazione della curva dedicata al marito Franco: lei non discute le regole, chiede solo di rispettarle per non vanificare il grande impegno profuso per arrivare a realizzare il suo sogno.
Un po' di sforzo da parte di tutti almeno in questo momento sarebbe auspicabile perché si possa parlare di una cittá e di una tifoseria esemplare.
Per il futuro si spera che non si debba piú sparare nel mucchio e che negli stadi vengano puniti i responsabili e non i settori perché le societá potrebbero cominciare a perdere spettatori e abbonati contribuendo alla rottura del giocattolo e tale rottura sarebbe devastante e definitiva per tutti.
Alberto mangano
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