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martedì 11 novembre 2014

Grazie a "I ricordi del cuore"


Basta poco per far nascere delle curiositá, per riscoprire annedoti, per confrontarsi con persone che hanno la tua stessa voglia di condividere e di conoscere: succede cosí che un gruppo su Facebook, uno dei tanti, decide di allontanarsi dalle tastiere del pc e prova a creare un incontro per parlarsi e confrontarsi come si faceva una volta.
L'occasione é parlare di uno dei simboli della nostra cittá, la Chiesa delle Croci magari entrando nei suoi meandri e ascoltare con attenzione la storia di quel luogo grazie ad una guida esperta e volenterosa come la sig.ra Antonietta Pipoli che si é subito dimostrata disponibile a qualsiasi chiarimento.
Non tutti avevano mai visitato quella Chiesa, ma tutti comunque avevano voglia di riascoltare e magari di aggiungere un altro tassello nel mosaico del proprio sapere.
Bella esperienza osservare le statue, le tele, gli ossari, le reliquie, sapere di incontri di Carbonari nei sotteranei, sapere il perché della costruzione di quella Chiesa, visitare la cella che ospitó Padre Pio nel 1916 nel convento di S.Anna.
Quanti foggiani hanno visto tutto ció? Quante scolaresche hanno fatto visita a questa icona della nostra cittá? Sarebbe bello che piú foggiani partecipassero come oggi hanno fatto una trentina di persone e riscoprire che anche Foggia ha la sua storia, che anche i foggiani possono sentirsi orgogliosi della propria cittá anche passando un'oretta tutti insieme per ascoltare un aneddoto o una leggenda che contribuisce in ogni caso ad arricchire culturalmente un popolo che ha bisogno di quel senso di appartenenza che, partendo dalle radici, possa far ben sperare per il futuro nostro e dei nostri figli.
Grazie ancora a chi ha avuto questa splendida idea!

Alberto Mangano


lunedì 13 ottobre 2014

Che fine ha fatto la democrazia?


Da oggi abbiamo a Foggia un Presidente della Provincia ed una amministrazione provinciale ma, a differenza di tante elezioni, i nomi degli eletti li abbiamo conosciuti alla fine della competizione elettorale in quanto gli elettori erano tutti eleggibili e non hanno avuto la necessitá, come in altre competizioni, di far conoscere il proprio programma e le proprie intenzioni future.
Quindi, per chi non lo avesse ancora inteso, la legge consente solo ai consiglieri comunali di poter esercitare il diritto di voto, avendo noi dato mandato, mandandoli al comune, di poter occuparsi anche dei problemi della provincia.
In uno stato che ha dato la possibilitá dell'elezione diretta del sindaco e che dà la possibilitá ai cittadini di potersi confrontare su ideologie e programmi, queste elezioni hanno rappresentato un notevole passo indietro in termini di democrazia partecipativa, quella democrazia conquistata dai nostri antenati.
Probabilmente questa é la legittimazione del politico di professione che si deve occupare di piú cose contemporaneamente; se piú persone invece si occupassero di piú cose, ci sarebbe almeno la grande possibilità del confronto, e soprattutto ci sarebbe la volontá popolare che dovrebbe restare sovrana in un paese che si rispetti.

Alberto Mangano

venerdì 3 ottobre 2014

Gino Lisa, un altro brutto colpo!


Il Gino Lisa bocciato é l'ennesimo colpo inferto ad una cittá ed una provincia intera sofferente: basta girare per Foggia per notare quante saracinesche sono tristemente abbassate e per capire quindi come l'isolamento derivato dalla decisione del Ministero possa contribuire ad affossare una economia praticamente agonizzante.
Se a questo si aggiunge che neanche i recenti danni derivanti dall'alluvione sul Gargano siano riusciti a convincere sulla bontá di una scelta che avrebbe potuto tentare di invertire una tendenza spaventosa e fortemente preoccupante, il quadro risulta fortemente allarmante.
Saranno fondamentali i prossimi tre mesi nei quali la Regione Puglia potrebbe tentare di proporre un piano industriale convincente affinché la decisione possa essere rivalutata; in quest'ottica oggi la palla passa inevitabilmente ai rappresentanti regionali foggiani in via Capruzzi i quali, uniti da uno spirito di appartenenza, dovrebbero quasi consorziarsi per il bene della comunitá che oggi rappresentano: in questi casi un po' di sano campanilismo tra i banchi della maggioranza e della minoranza risulta essere necessario.
Aspettare altri tre anni per la nuova mappatura aeroportuale italiana potrebbe essere terribilmente deleterio per la rinascita del territorio e allontanerebbe ancora di piú quel po' di imprenditorialitá che cerca ancora di resistere.
La campagna elettorale per il prossimo Consiglio Regionale puó e deve partire da oggi.

Alberto Mangano

mercoledì 20 agosto 2014

L'importanza di una semplice festa patronale!

Ogni amministrazione ha bisogno del giusto tempo per dimostrare il proprio valore, per farsi apprezzare, in definitiva per farsi giudicare.
La nuova guida della cittá, quella che é stata determinata dalle scelte popolari del 26 maggio e del 9 giugno e successivamente dalle scelte del neo sindaco Franco Landella nella composizione della giunta, avranno sicuramente tanto tempo per realizzare quello che é stato promesso in campagna elettorale, ma certamente qualcosa di positivo ha cominciato a farlo: la vasta eco prodotta subito dopo la festa patronale della cittá ha sicuramente fatto registrare un punto a favore del nuovo sindaco.
Sia ben chiaro, per non essere clamorosamente fraintesi, Foggia é una cittá con mille problemi che vanno dalla sistemazione delle strade alla delinquenza piú o meno organizzata che merita un'attenzione che vada oltre le competenze municipali, dalla pubblica illuminazione sino alla difficoltá di integrazione delle diverse etníe, ma nei giorni di Ferragosto puó considerarsi raggiunto un buon risultato: la popolazione é rimasta soddisfatta.
Avvicinare i foggiani alle tradizioni, alle proprie origini significa cominciare un percorso che possa portare piano piano ad una voglia di appartenenza, ad una foggianitá che possa avvicinare la gente alla propria terra.
Questa puó essere la strada perché ciascuno, nel proprio piccolo, possa combattere, con l'orgoglio di essere foggiano, qualunque evento che possa portare in una direzione sbagliata.
Sembrerá strano ma proprio andare incontro alla propria popolazione, cercare di essere dalla parte della gente, possono rappresentare quella necessitá di riavvicinare la cittá reale a quella legale, per cercare di camminare insieme in un percorso difficile e tortuoso dove, anche una semplice e ludica manifestazione, puó rappresentare un passo importante e fruttuoso.

Alberto Mangano

mercoledì 18 giugno 2014

Foggia Calcio, perchè non crederci?



Potremmo scrivere che dopo la tempesta spunta sempre l'arcobaleno anche se una vera e propria tempesta nel Foggia non c'era stata, ma certamente la decisione netta di Padalino unitamente al deferimento inflitto alla societá, aveva fatto pensare alla possibilitá di dover passare ancora una volta un'estate sicuramente calda.
Invece, quasi all'improvviso, appaiono il nuovo presidente, l'avv. Verile , e il nuovo responsabile finanziario, l'avv. Miccoli, che subito accendono gli animi in quanto con entusiasmo ma con i piedi ben ancorati per terra, annunciano linee di condotta che fanno ben sperare: soprattutto annunciano che, oltre al presidente della Camera di Commercio dott. Porreca, a breve entreranno nel sodalizio rossonero altri 2-3 imprenditori foggiani che potrebbero portate linfa nuova nelle casse rossonere al fine di poter prevedere una stagione se non altro tranquilla.
Il programma sportivo della nuova societá é sicuramente basato sul raggiungimento della serie B seguendo un programma quadriennale e che ovviamente si dovrá confrontare con la realtá dei campionati, con le altre squadre e con quella che il buon Caramanno definiva la imponderabilitá del calcio; certo giá dichiararsi e provarci é segno di maturitá e consapevolezza delle proprie forze, altrimenti si poteva anche annunciare la propria impossibilitá a fare un campionato dignitoso, tentando al massimo una salvezza sudata sino all'ultima giornata: l'importante é essere sempre chiari nei propri intenti perché i tifosi, e non solo quelli organizzati, hanno la necessitá di chiarezza, di non ascoltare tante chiacchiere e di seguire la propria squadra con entusiasmo e passione.
"Metteremo in campo la migliore squadra che potremo permetterci" hanno detto quasi in coro unanime i dirigenti alla stampa e noi tutti non abbiamo alcun motivo per non crederci.
Finalmente si sente parlare di cittadella dello sport, di nuovi campi, di valorizzazioni dei giovani talenti locali, soprattutto é fondamentale che si siano definiti i tempi entro i quali si realizzeranno queste opere che sono fondamentali per una societá ancor prima dell'allenatore e della squadra: ecco forse finalmente sentiamo parlare una società su quello che puó essere un programma a medio-lungo termine e non legato solo alla stagione immediatamente successiva.

In ogni caso la nuova societá é stata chiara, é sembrata determinata nell'impegnarsi al raggiungimento degli obiettivi, soprattutto é apparsa schietta e sincera e quindi, proprio per tender loro una mano, proviamo a crederci tutti insieme!

Alberto Mangano

martedì 29 aprile 2014

Foggia calcio:voltiamo pagina!

Non è mai facile festeggiare un campionato in una domenica come quella appena trascorsa: c'è sempre il rischio di dover valutare il tutto guardando un bicchiere e giudicandolo inevitabilmente mezzo vuoto. L'avvenimento sposrtivo in sè, valutando la singola partita, è stato molto deludente, la superficialità con cui il Foggia ha salutato i propri sostenitori ha lasciato tutti con l'amaro in bocca ma non si può rovinare un giudizio che deve assolutamente andare oltre la singola gara ed il singolo episodio.
Inevitabilmente le motivazioni, le paura e la voglia di far risultato ad ogni costo hanno favorito i nostri avversari soprattutto nel secondo tempo: aver visto i calciatori dell'Aversa Normanna entrare dopo l'intervallo con cinque minuti d'anticipo la dice lunga sulla loro determinazione nel raggiungere il risultato pieno cercando e riuscendo a raddrizzare un intero campionato in una singola frazione di gioco.
Quello che è successo nella ripresa è sotto gli occhi di tutti e non basta la giustificazione dei rossoneri che affrontavano la gara con un uomo in meno: la squadra campana ha meritato ampiamente il risultato finale riuscendo a ribaltare una partita che sembrava aver preso già una determinata piega.
Questi novanta minuti però non possono rovinare un campionato disputato alla grande e che è andato ben oltre le più rosee previsioni: una squadra che era arrivata quinta in un campionato di serie D, con pochi e azzeccati innesti, è riuscita a raggiungere l'obiettivo con largo anticipo e alla fine è proprio questo che verrà lasciato alla storia.
Chi ha voluto offendere i calciatori foggiani dipingendoli come mercenari e poco attaccati alla maglia che indossavano, alla lunga avranno torto. Non dimentichiamo mai le difficoltà per il ripescaggio, quelle per provare a raccogliere i fondi per la fidejussione, le corse contro il tempo per depositare le carte in federazione, la partenza stentata, i risultati utili consecutivi e la festa per la vittoria con il Poggibonsi.
Non sappiamo se il coro:"Venduti, venduti!" abbia rotto un giocattolo e non importa da quale settore dello Zaccheria sia arrivato. C'è da ritenere che sia stato un episodio, dettato dalla rabbia del momento e forse va giustificato per questo, ma cerchiamo di non farne un caso e cerchiamo di ricompattarci per il futuro che, come sempre, non sarà in discesa e comuque facile.
Giriamo pagina e pensiamo di aver vissuto un brutto sogno ma che al risveglio, con una semplice lavata di faccia si possa tornare a sorridere e a camminare ancora una volta tutti insieme per il bene della squadra che portiamo tutti nel cuore, in curva come in tribuna.
Alberto Mangano

domenica 6 aprile 2014

Finalmente...lacrime di gioia!

Probabilmente esistono vittorie più importanti di altre, ma di certo le vittorie riescono a darti sempre quelle emozioni forti, riescono a coivolgerti pienamente e ti ritrovi da solo ad asciugarti una lacrima di gioia ricordando tutte le tappe che ti hanno portato al successo finale; ti ricordi di una squadra partita in ritiro per disputare un irriverente campionato di serie D, ti ricordi la corsa per coinvolgere quanta più gente e risorse intorno ad una possibilità di ripescaggio, ti ricordi la diffidenza di qualcuno nel mentre tu cercavi di raggiungere l'obiettivo, ti ricordi le corse per raggiungere Firenze e Roma per l'iscrizione, ma poi ricordi anche il bagno di folla allo Zaccheria giorno 5 agosto per ascoltare tutti insieme l'ammissione al campionato di Lega Pro, ricordi i primi passi falsi in campionato a dimostrazione che la strada sarebbe stata impervia e in salita, ma alla fine quello che ti resta è la cavalcata, quella con pochissimi passi falsi, e l'essere riusciti tutti insieme a chiudere questa pratica alla quartultima di campionato, come fanno le grandi squadre e le grandi società.

Avevo detto che avevo brindato dopo Castel Rigone, non era vero, non lo avrei mai fatto perchè pensavo che l'ultimo scoglio andasse affrontato con la serenità di chi ha saputo tenere sempre in mano le redini di questo campionato.

Ci sarà tempo per ringraziare i singoli protagonisti, oggi la festa è di tutti noi, di coloro che ci hanno creduto, che hanno sostenuto la squadra, di quelli che hanno saputo anche criticare, insomma festeggiamo tutti insieme perchè oggi, più di altri momenti, è bello essere foggiani in un tripudio di colori rossoneri.

Scrivo e continua a scendere una lacrima, quella che ha lo stesso sapore di quell'altra dopo un Foggia Triestina,di quella di un Lodigiani Foggia, di quell'altra, più recente, dopo un gol di Caraccio; insomma solo chi segue questa passione sa quello che si può provare ad un triplice fischio come quello di oggi, un fischio che ha dato il via ad una festa nella quale tutti credevamo, speravamo e confidavamo, ma che solo la matematica ha potuto regalare.



Alberto Mangano

martedì 25 marzo 2014

Foggia Calcio: riprendiamo la giusta via!


La partita di Sorrento lascia ancora una volta l'amaro in bocca sicuramente per il risultato ma soprattutto per come lo stesso é maturato: il Foggia ha giocato con superficialitá e poca convinzione e il risultato finale è stata una logica conseguenza del tutto. A nulla é servito cambiare la formazione, affidarsi a chi poteva essere piú motivato perché lo spettacolo che ne é scaturito é stato molto deludente sotto tutti gli aspetti.
Molto probabilmente il calo inconscio di concentrazione, dovuto alla mancanza di stimoli in un campionato che poteva giá essere archiviato un mese fa, puó rotenersi il vero responsabile dell'andamento delle ultime gare e il distacco praticamente inalterato dalla nona é la conseguenza di squadre concorrenti veramente scarse e non in grado di impensierire chi é riuscito a perdere 4 partite su 6.
In linea di massima possiamo ancora dire che la promozione é ancora alla portata del Foggia e sembra naturalmente il risultato piú probabile, ma certamente, poiché la matematica non é un'opinione, converrá ancora guardarsi le spalle fin tanto la squadra di Padalino non avrá conquistato quei 3-4 punti che potrebbero bastare.
Bisogna recuperare le forze, stringere i denti e riappropriarsi di quella consapevolezza nei propri mezzi che é stata fondamentale nella prima parte della stagione, grazie alla quale oggi possiamo vivere di rendita. Questo campionato si é rivelato piú duro del previsto e molte squadre stanno pagando per lo stresss proprio in questa fase finale: lasciarsi andare proprio adesso, proprio mentre si vede il filo di lana, sarebbe veramente da sciocchi.

Alberto Mangano

giovedì 6 marzo 2014

Quella politica che non c'é piú


Dire frenetico é poco dovendo dare un aggettivo al periodo che sta vivendo la nostra cittá: una volta si facevano le campagne elettorali a suon di manifesti, di comizi, di frecciate piú o meno velenose ma si rispettava sempre e comunque la logica dell'appartenenza, anche se non sempre questa derivava da una reale consapevolezza.
Oggi qualcosa é cambiato, ci si becca a botta di post su facebook, di messaggi su twitter senza dover necessariamente incrociare lo sguardo del tuo avversario e permettendo a chiunque, perché i social coinvolgono chiunque, a commentare magari anche con poco stile e con qualche epiteto di troppo.
E quindi i candidati scendono nelle forche caudine della critica qualche volta sicuramente meritata se, come si diceva u a volta da ragazzi, si va "a sfottere la mazzarella"; e ti trovi quindi i candidati alle primarie del centrosinistra, alcuni dei quali sconosciuti ai piú, che di colpo salgono su un cavallo bianco, con il loro mantello nero, e mostrando la propria spada scintillante, si caricano di colpo di tutti i problemi della cittá e, con sorrisi che avrebbero fatto le fortune di dentifrici nei caroselli degli anni 70, dipingono una cittá che sta per rinascere; meno male che stanno per arrivare loro, ma sinora come mai la sorte non li aveva giá indirizzati lungo il nostro destino?
Dall'altra parte c'é un centrodestra che critica ormai da tempo l'operato di chi ha governato la cittá negli ultimi lustri e che sarebbe dovuto partire agguerrito contro tutto e tutti e che invece, quasi in un cvalleresco rispetto di origine rimascimentale, non si fionda contro un nemico non ancora conosciuto e quindi i propri elettori, anche loro, devono aspettare le primarie degli avversari per conoscere il proprio candidato sindaco.
Questa che sembra confusione, altro non é che la conseguenza di avere candidati interscambiabili, per cui un qualunque potenziale candidato potrebbe rappresentare una parte, l'altra e l'altra ancora perché non esistono piú le scuole di partito, non c'é piú la gavetta di una volta, in una sola parola non ci sono piú le apparrtenenze.
Manca a tutti noi quella politica di una volta, quando le cotrapposizioni ideologiche erano sicuramente piú marcate e definite, ma dove la propria collocazione era una fede mossa da ideali che comunque ti facevano rispettare il pensiero altrui pur vivendo una sana competizione elettorale.
Oggi siamo alla seconda, alla terza, forse alla quarta Repubblica ma a noi manca quella arcaica, quella di quarant'annii fa, quando per mandarla a dire, non ci si nascondeva dietro una sterile tastiera o dietro i propri sostenitori nel web.
Alberto Mangano

domenica 23 febbraio 2014

Foggia calcio, non cadiamo nel vortice della paura!

Non è facile commentare a caldo una partita che, per motivi ai più non conosciuti, non abbiamo visto a Foggia. Ovviamente il morale è sotto ai tacchi perchè questo Foggia ci aveva abituato bene ed era dal febbraio di un anno fa che non vivevamo un periodo di crisi.
Qualche avvisaglia c'era stata già qualche domenica fa ma i risultati, comunque positivi, ci avevano forse distratti e ci avevano fatto vedere il bicchiere mezzo pieno: aspettiamo che ora si facciano avanti i detentori della verità, coloro che esclameranno:"Lo avevo detto io", coloro che lo dicevano solo perchè bisogna andar contro corrente anche se poi alla fine non ci credevano nemmeno loro. 
Di certo un problema c'è: questa squadra può contare su poco più di 13-14 uomini con 3 o 4 che sono destinati a tirare comunque e sempre la carretta senza potersi fermare mai e se poi il gioco prevede certi meccanismi che richiedono dispendio di energie, a questo punto del campionato, non potendo far rifiatare qualcuno che fisiologicamente può avere un calo di forma, ebbene bisogna fare solo buon viso a cattivo gioco. Magari bisognerebbe anche soffermarci sul fatto che riusciamo a prender gol sempre nella parte finale della gara.
Basta poco, è vero, ma questo poco lo si dovrà pur fare e lo si dovrà fare con questi uomini, anche quelli che non possono scendere in campo perchè squalificati, perchè comunque ammonizioni e espulsioni ci sono in tutte le squadre ma sono evidenti laddove le squadre dispongono di pochi giocatori.
Vogliamo protestare con la squadra o con la società? Vogliamo prendercela con Padalino? La squadra è di noi tutti e dobbiamo tutti insieme difendere quel patrimonio che abbiamo accumulato in una delle stagioni più entusiasmanti degli ultimi anni rossoneri.
Cerchiamo di recuperare l'aspetto psicologico dei ragazzi, evitiamo di generare paure che in una squadra che sembrava invincibile, a poche giornate dalla fine, potrebbero essere devastanti e irreversibili. A fine campionato poi ci diremo tutto, se necessario criticheremo ma sempre per il bene dei nostri colori.
Riguardo poi alla trasmissione della partita, pur comprendendo che esistono imprevisti e inconvenienti non prevedibili, sarebbe bene avvisare chi resta davanti ad una tv con lo schermo totalmente rosso magari su facebook dove si riversano tutti i tifosi visto che proprio lì siete soliti annunciare le vostre trasmissioni.

Alberto Mangano

Una campagna elettorale vissuta dal pc di casa

Ormai il mondo virtuale che tutti condannano ma che tutti, chi più o chi meno, frequentiamo, si sta impossessando del nostro fare quotidiano e sta condizionando il nostro modo di essere. Cinque anni fa la campagna elettorale per le amministrative a Foggia fu ancora vissuta tradizionalmente, per le strade, con i comizi e incontrando la gente poichè i social network vivevano a margine della vita reale che, in ogni caso, veniva ancora preferita.
Lungi da me affrontare problemi di carattere sociologico e sull'opportunità di affidarsi alle tastiere da casa piuttosto che alle strette di mano ma di fatto, a tre mesi dal voto, sembra che il confronto si stia sviluppando molto più su facebook che per la strada.
Dietro le tastiere si diventa leoni, manca l'emozione, non intervengono gli sguardi e quindi di conseguenza anche i freni inibitori hanno difficoltà a controllare impulsi e istinti che fanno inevitabilmente innalzare i toni.
Ormai, ogni volta che si accende il pc, si ascoltano "grida" da una parte e dall'altra, con accuse, supposizioni e illazioni che, indipendentemente dalla loro veridicità , mettono a nudo un modo di fare politica che allontanerà sempre più gente ed elettori dalla stessa ma soprattutto cercherà di uniformare tutti ad uno stesso standard che è quanto di peggio si possa offrire a chi ha veramente a cuore le sorti di questa città.
Facebook nasce come uno svago, ben venga un confronto sui temi e sui programmi, ben vengano anche sfottò e satira, ma quando, come si dice dalle nostre parti, ci si cantano le corna l'uno dell'altro, non vince nessuno e tutti fanno più di un passo all'indietro.
Siamo condannati a tre mesi ancora attaccati ad un pc, per provare a restare in questo gioco, nel veder svegliare un mondo che ha dormito sino ad ieri e che di colpo si riversa sulle bacheche di tutti ed in tutti i contesti virtuali, a volte con la sensazione di voler dimostrare di essere ancora vivo.
Probabilmente non si potrà tornare più indietro, la macchina è ormai partita ma, forse, tutti insieme, si può provare a proporre più che a distruggere, a elencare quello che si è fatto invece di accusare chi non ha fatto, perchè non è con il post avvelenato o con l'infamia che si arriva alla gente: quest'ultima è da tempo che ha imparato a leggere e a scrivere!!!

Alberto Mangano

martedì 18 febbraio 2014

Quando si uccide l'appartenenza!

Ci sono delle notizie che ciclicamente ascoltiamo nella nostra cittá e con le quali, ormai, abbiamo iniziato a conviverci: per cui quasi non fa piú notizia una bomba che esplode, un appartamento svaligiato, una sparatoria da Far West, tutti segni di un disagio sociale, economico ed un trionfo della illlegalitá che sono ormai di casa in una cittá tristemente in declino. Le ricette per una cura sono forse tante, forse sono palliativi o forse non ci sono: c'é chi dice che la repressione potrebbe essere un rimedio, cosí come si pensa che una situazione socio economica piú incoraggiante potrebbe portare ad un forte ridimensionamento del fenomeno.
Ma quello che é successo in piazza Purgatorio é qualcosa di inspiegabile, che non ha una logica comportamentale e che non é riconducibile a nessun bisogno di sopravvivenza o di ritorno economico: é stato danneggiato l'ingresso degli Ipogei di piazza Purgatorio con una relativa sottrazione di oggetti di poco valore commerciale; sembrerebbe una cosa di poco conto, non c'é stato un ferito, non un morto, nessuno ha avuto un danno economico rilevante, eppure l'episodio, per quanto possa sembrare banale, é di una preoccupazione significativa.
Ogni comunitá, dai tempi della preistoria,ha vissuto le proprie difficoltá stringendosi e facendo scudo alle avversitá in nome di una innata appartenenza; vandalizzando una testimonianza storica, si é rifiutata la propria identitá, l'identitá di una popolazione che non vuol piú stringersi per fare corpo unico verso un declino ormai conclamato.
La cultura locale, le nostre tradizioni, il nostro modo di essere dovrebbero essere la forza portante dei nostri figli perché non si smarrisca la propria identitá; la scuola puó far molto affinché i ragazzi sentano proprio il suolo sul quale passeggiano, che sentano proprie le testimonianze del passato, perché ci si possa ribellare ad un sacrilegio come quello degli Ipogei.
Con il Comitato per la realizzazione di un monumento alle vittime dei bombardamenti del 43 a Foggia, nelle nostre ormai numerose visite nelle scuole, abbiamo toccato con mano la voglia di apprendimento degli scolari che ci ha sbigottito, ci ha inorgoglito, ci ha dato la forza per continuare il nostro percorso; questi ragazzi hanno bisogno di programmi scolastici che li possano avvicinare alla loro terra perché conoscere la storia degli Orazi e dei Curiazi, senza sapere chi é stato Vincenzo Lanza o Umberto Giordano, non ha senso e non contribuisce a coltivare nei giovani quell'amore per la propria terra.
L'Associazione che offre alla cittá la possibilitá di visitare gli Ipogei é formata da gente volontaria, che si autotassa e che vede vanificato il proprio impegno con un gesto, sicuramente banale, ma molto, molto significativo.
Essere orgogliosi della propria terra é una risorsa che non deve essere trascurata se si vuole far deviare un percorso che ci sta portando un po' alla volta verso un declino irrevocabile.
Alberto Mangano

venerdì 14 febbraio 2014

Perchè mi candido al Comune di Foggia!

Ci sono dei momenti in cui bisogna fare delle scelte, non si puó continuare a guardare, a parlare ed ad aspettare e per me questo é il momento giusto.
Non é semplice scendere in campo, metterci la faccia e rischiare di fare un buco nell'acqua ma purtroppo sono uno, e lo dice la mia vita, che piú volte ha deciso di mettersi in discussione avviando nuovi percorsi e di impegnarsi in sentieri tortuosi.
Non sto qui a dire quello che ho fatto perché ritengo che quello che é stato fatto rappresenta la storia e quella puó essere solo la maestra di vita di tutti quanti.
Ho scelto di candidarmi nella lista che appoggia il candidato sindaco Lucia Lambresa, non perché é un'amica perché non mi sarebbe bastato, non perché é una donna perché anche questo da solo non sarebbe bastato, ma perché le ho parlato, ci siamo confrontati, ha dato la possibilitá a me e agli altri miei compagni di viaggio di decidere, di proporre, di scegliere e il tutto mi é venuto facile e spontaneo.
Non accetto il qualunquismo e preferisco che uno mi dica che non mi dará il consenso piuttosto che dica che il voto dato a me é un voto perso o peggio che chiunque, una volta arrivato al palazzo possa diventare come tutti gli altri: QUESTO NON LO TOLLERO perché chiunque mi conosca puó testimoniare solo ed esclusivamente in mio favore.
Io sono candidato perché voglio vincere ed amministrare con il sindaco che ho scelto!

Alberto Mangano

mercoledì 15 gennaio 2014

Grande Foggia...ma lo stadio?

Ma chi era la capolista? Ma veramente quella di domenica era una partita di seconda divisione della Lega Pro? Questi sono gli interrogativi che uno spettatore non di parte avrebbe potuto porre al proprio vicino di sedia.
La partita contro il Teramo ci ha confermato che il Foggia é uno squadrone e indipendentemente se i punti dall'ultimo posto utile per salire siano 7, 8, o 9, sará molto ma molto difficile che i ragazzi di mister Padalino possano non centrare il traguardo.
Questa é una squadra ben messa in campo, con pochissime sbavature che spesso vengono pagate a caro prezzo, ma alla lunga questa squadra lascia punti per strada solo per episodi singoli e non per meriti degli avversari.
Aver affrontato la capolista e non  averle dato la possibilitá di reazione dopo lo svantaggio, aver mantenuto il possesso di palla per gran parte dei 90 minuti senza dar mai la sensazione di poter andare sotto, aver concesso il pareggio solo in una delle poche occasioni da parte degli abruzzesi, é la chiara dimostrazione che il Foggia é sulla giusta via, quella via che potrá portarlo nel calcio che conta.
Quando le cose vanno bene il merito va sempre equamente distribuito tra la squadra, l'intero staff tecnico, la societá, l'ambiente e i tifosi; a proposito di questi ultimi, sarebbe bello rivederli a migliaia allo Zaccheria, in uno stadio che ne dovrebbe accogliere molti di piú dell'attuale capienza ma le regole attuali, che non riusciamo a comprendere, sono fortemente limitanti; purtroppo quando sembra che le cose stiano per normalizzarsi, si presenta qualche nuovo elemento di disturbo che va a mantenere bassa l'affluenza allo stadio.
Resta quindi una grande soddisfazione per una squadra che sta dimostrando di poter fare tranquillamente un salto in avanti con uno stadio che sembrerebbe invece poter fare un salto indietro avendo ormai una capienza da quarta serie.
Sono le regole ad essere fiscali o l'amministrazione a non adoprarsi per risolvere questo antico problema?

Alberto Mangano