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martedì 18 febbraio 2014

Quando si uccide l'appartenenza!

Ci sono delle notizie che ciclicamente ascoltiamo nella nostra cittá e con le quali, ormai, abbiamo iniziato a conviverci: per cui quasi non fa piú notizia una bomba che esplode, un appartamento svaligiato, una sparatoria da Far West, tutti segni di un disagio sociale, economico ed un trionfo della illlegalitá che sono ormai di casa in una cittá tristemente in declino. Le ricette per una cura sono forse tante, forse sono palliativi o forse non ci sono: c'é chi dice che la repressione potrebbe essere un rimedio, cosí come si pensa che una situazione socio economica piú incoraggiante potrebbe portare ad un forte ridimensionamento del fenomeno.
Ma quello che é successo in piazza Purgatorio é qualcosa di inspiegabile, che non ha una logica comportamentale e che non é riconducibile a nessun bisogno di sopravvivenza o di ritorno economico: é stato danneggiato l'ingresso degli Ipogei di piazza Purgatorio con una relativa sottrazione di oggetti di poco valore commerciale; sembrerebbe una cosa di poco conto, non c'é stato un ferito, non un morto, nessuno ha avuto un danno economico rilevante, eppure l'episodio, per quanto possa sembrare banale, é di una preoccupazione significativa.
Ogni comunitá, dai tempi della preistoria,ha vissuto le proprie difficoltá stringendosi e facendo scudo alle avversitá in nome di una innata appartenenza; vandalizzando una testimonianza storica, si é rifiutata la propria identitá, l'identitá di una popolazione che non vuol piú stringersi per fare corpo unico verso un declino ormai conclamato.
La cultura locale, le nostre tradizioni, il nostro modo di essere dovrebbero essere la forza portante dei nostri figli perché non si smarrisca la propria identitá; la scuola puó far molto affinché i ragazzi sentano proprio il suolo sul quale passeggiano, che sentano proprie le testimonianze del passato, perché ci si possa ribellare ad un sacrilegio come quello degli Ipogei.
Con il Comitato per la realizzazione di un monumento alle vittime dei bombardamenti del 43 a Foggia, nelle nostre ormai numerose visite nelle scuole, abbiamo toccato con mano la voglia di apprendimento degli scolari che ci ha sbigottito, ci ha inorgoglito, ci ha dato la forza per continuare il nostro percorso; questi ragazzi hanno bisogno di programmi scolastici che li possano avvicinare alla loro terra perché conoscere la storia degli Orazi e dei Curiazi, senza sapere chi é stato Vincenzo Lanza o Umberto Giordano, non ha senso e non contribuisce a coltivare nei giovani quell'amore per la propria terra.
L'Associazione che offre alla cittá la possibilitá di visitare gli Ipogei é formata da gente volontaria, che si autotassa e che vede vanificato il proprio impegno con un gesto, sicuramente banale, ma molto, molto significativo.
Essere orgogliosi della propria terra é una risorsa che non deve essere trascurata se si vuole far deviare un percorso che ci sta portando un po' alla volta verso un declino irrevocabile.
Alberto Mangano

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