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domenica 23 febbraio 2014

Foggia calcio, non cadiamo nel vortice della paura!

Non è facile commentare a caldo una partita che, per motivi ai più non conosciuti, non abbiamo visto a Foggia. Ovviamente il morale è sotto ai tacchi perchè questo Foggia ci aveva abituato bene ed era dal febbraio di un anno fa che non vivevamo un periodo di crisi.
Qualche avvisaglia c'era stata già qualche domenica fa ma i risultati, comunque positivi, ci avevano forse distratti e ci avevano fatto vedere il bicchiere mezzo pieno: aspettiamo che ora si facciano avanti i detentori della verità, coloro che esclameranno:"Lo avevo detto io", coloro che lo dicevano solo perchè bisogna andar contro corrente anche se poi alla fine non ci credevano nemmeno loro. 
Di certo un problema c'è: questa squadra può contare su poco più di 13-14 uomini con 3 o 4 che sono destinati a tirare comunque e sempre la carretta senza potersi fermare mai e se poi il gioco prevede certi meccanismi che richiedono dispendio di energie, a questo punto del campionato, non potendo far rifiatare qualcuno che fisiologicamente può avere un calo di forma, ebbene bisogna fare solo buon viso a cattivo gioco. Magari bisognerebbe anche soffermarci sul fatto che riusciamo a prender gol sempre nella parte finale della gara.
Basta poco, è vero, ma questo poco lo si dovrà pur fare e lo si dovrà fare con questi uomini, anche quelli che non possono scendere in campo perchè squalificati, perchè comunque ammonizioni e espulsioni ci sono in tutte le squadre ma sono evidenti laddove le squadre dispongono di pochi giocatori.
Vogliamo protestare con la squadra o con la società? Vogliamo prendercela con Padalino? La squadra è di noi tutti e dobbiamo tutti insieme difendere quel patrimonio che abbiamo accumulato in una delle stagioni più entusiasmanti degli ultimi anni rossoneri.
Cerchiamo di recuperare l'aspetto psicologico dei ragazzi, evitiamo di generare paure che in una squadra che sembrava invincibile, a poche giornate dalla fine, potrebbero essere devastanti e irreversibili. A fine campionato poi ci diremo tutto, se necessario criticheremo ma sempre per il bene dei nostri colori.
Riguardo poi alla trasmissione della partita, pur comprendendo che esistono imprevisti e inconvenienti non prevedibili, sarebbe bene avvisare chi resta davanti ad una tv con lo schermo totalmente rosso magari su facebook dove si riversano tutti i tifosi visto che proprio lì siete soliti annunciare le vostre trasmissioni.

Alberto Mangano

Una campagna elettorale vissuta dal pc di casa

Ormai il mondo virtuale che tutti condannano ma che tutti, chi più o chi meno, frequentiamo, si sta impossessando del nostro fare quotidiano e sta condizionando il nostro modo di essere. Cinque anni fa la campagna elettorale per le amministrative a Foggia fu ancora vissuta tradizionalmente, per le strade, con i comizi e incontrando la gente poichè i social network vivevano a margine della vita reale che, in ogni caso, veniva ancora preferita.
Lungi da me affrontare problemi di carattere sociologico e sull'opportunità di affidarsi alle tastiere da casa piuttosto che alle strette di mano ma di fatto, a tre mesi dal voto, sembra che il confronto si stia sviluppando molto più su facebook che per la strada.
Dietro le tastiere si diventa leoni, manca l'emozione, non intervengono gli sguardi e quindi di conseguenza anche i freni inibitori hanno difficoltà a controllare impulsi e istinti che fanno inevitabilmente innalzare i toni.
Ormai, ogni volta che si accende il pc, si ascoltano "grida" da una parte e dall'altra, con accuse, supposizioni e illazioni che, indipendentemente dalla loro veridicità , mettono a nudo un modo di fare politica che allontanerà sempre più gente ed elettori dalla stessa ma soprattutto cercherà di uniformare tutti ad uno stesso standard che è quanto di peggio si possa offrire a chi ha veramente a cuore le sorti di questa città.
Facebook nasce come uno svago, ben venga un confronto sui temi e sui programmi, ben vengano anche sfottò e satira, ma quando, come si dice dalle nostre parti, ci si cantano le corna l'uno dell'altro, non vince nessuno e tutti fanno più di un passo all'indietro.
Siamo condannati a tre mesi ancora attaccati ad un pc, per provare a restare in questo gioco, nel veder svegliare un mondo che ha dormito sino ad ieri e che di colpo si riversa sulle bacheche di tutti ed in tutti i contesti virtuali, a volte con la sensazione di voler dimostrare di essere ancora vivo.
Probabilmente non si potrà tornare più indietro, la macchina è ormai partita ma, forse, tutti insieme, si può provare a proporre più che a distruggere, a elencare quello che si è fatto invece di accusare chi non ha fatto, perchè non è con il post avvelenato o con l'infamia che si arriva alla gente: quest'ultima è da tempo che ha imparato a leggere e a scrivere!!!

Alberto Mangano

martedì 18 febbraio 2014

Quando si uccide l'appartenenza!

Ci sono delle notizie che ciclicamente ascoltiamo nella nostra cittá e con le quali, ormai, abbiamo iniziato a conviverci: per cui quasi non fa piú notizia una bomba che esplode, un appartamento svaligiato, una sparatoria da Far West, tutti segni di un disagio sociale, economico ed un trionfo della illlegalitá che sono ormai di casa in una cittá tristemente in declino. Le ricette per una cura sono forse tante, forse sono palliativi o forse non ci sono: c'é chi dice che la repressione potrebbe essere un rimedio, cosí come si pensa che una situazione socio economica piú incoraggiante potrebbe portare ad un forte ridimensionamento del fenomeno.
Ma quello che é successo in piazza Purgatorio é qualcosa di inspiegabile, che non ha una logica comportamentale e che non é riconducibile a nessun bisogno di sopravvivenza o di ritorno economico: é stato danneggiato l'ingresso degli Ipogei di piazza Purgatorio con una relativa sottrazione di oggetti di poco valore commerciale; sembrerebbe una cosa di poco conto, non c'é stato un ferito, non un morto, nessuno ha avuto un danno economico rilevante, eppure l'episodio, per quanto possa sembrare banale, é di una preoccupazione significativa.
Ogni comunitá, dai tempi della preistoria,ha vissuto le proprie difficoltá stringendosi e facendo scudo alle avversitá in nome di una innata appartenenza; vandalizzando una testimonianza storica, si é rifiutata la propria identitá, l'identitá di una popolazione che non vuol piú stringersi per fare corpo unico verso un declino ormai conclamato.
La cultura locale, le nostre tradizioni, il nostro modo di essere dovrebbero essere la forza portante dei nostri figli perché non si smarrisca la propria identitá; la scuola puó far molto affinché i ragazzi sentano proprio il suolo sul quale passeggiano, che sentano proprie le testimonianze del passato, perché ci si possa ribellare ad un sacrilegio come quello degli Ipogei.
Con il Comitato per la realizzazione di un monumento alle vittime dei bombardamenti del 43 a Foggia, nelle nostre ormai numerose visite nelle scuole, abbiamo toccato con mano la voglia di apprendimento degli scolari che ci ha sbigottito, ci ha inorgoglito, ci ha dato la forza per continuare il nostro percorso; questi ragazzi hanno bisogno di programmi scolastici che li possano avvicinare alla loro terra perché conoscere la storia degli Orazi e dei Curiazi, senza sapere chi é stato Vincenzo Lanza o Umberto Giordano, non ha senso e non contribuisce a coltivare nei giovani quell'amore per la propria terra.
L'Associazione che offre alla cittá la possibilitá di visitare gli Ipogei é formata da gente volontaria, che si autotassa e che vede vanificato il proprio impegno con un gesto, sicuramente banale, ma molto, molto significativo.
Essere orgogliosi della propria terra é una risorsa che non deve essere trascurata se si vuole far deviare un percorso che ci sta portando un po' alla volta verso un declino irrevocabile.
Alberto Mangano

venerdì 14 febbraio 2014

Perchè mi candido al Comune di Foggia!

Ci sono dei momenti in cui bisogna fare delle scelte, non si puó continuare a guardare, a parlare ed ad aspettare e per me questo é il momento giusto.
Non é semplice scendere in campo, metterci la faccia e rischiare di fare un buco nell'acqua ma purtroppo sono uno, e lo dice la mia vita, che piú volte ha deciso di mettersi in discussione avviando nuovi percorsi e di impegnarsi in sentieri tortuosi.
Non sto qui a dire quello che ho fatto perché ritengo che quello che é stato fatto rappresenta la storia e quella puó essere solo la maestra di vita di tutti quanti.
Ho scelto di candidarmi nella lista che appoggia il candidato sindaco Lucia Lambresa, non perché é un'amica perché non mi sarebbe bastato, non perché é una donna perché anche questo da solo non sarebbe bastato, ma perché le ho parlato, ci siamo confrontati, ha dato la possibilitá a me e agli altri miei compagni di viaggio di decidere, di proporre, di scegliere e il tutto mi é venuto facile e spontaneo.
Non accetto il qualunquismo e preferisco che uno mi dica che non mi dará il consenso piuttosto che dica che il voto dato a me é un voto perso o peggio che chiunque, una volta arrivato al palazzo possa diventare come tutti gli altri: QUESTO NON LO TOLLERO perché chiunque mi conosca puó testimoniare solo ed esclusivamente in mio favore.
Io sono candidato perché voglio vincere ed amministrare con il sindaco che ho scelto!

Alberto Mangano