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mercoledì 15 gennaio 2014

Grande Foggia...ma lo stadio?

Ma chi era la capolista? Ma veramente quella di domenica era una partita di seconda divisione della Lega Pro? Questi sono gli interrogativi che uno spettatore non di parte avrebbe potuto porre al proprio vicino di sedia.
La partita contro il Teramo ci ha confermato che il Foggia é uno squadrone e indipendentemente se i punti dall'ultimo posto utile per salire siano 7, 8, o 9, sará molto ma molto difficile che i ragazzi di mister Padalino possano non centrare il traguardo.
Questa é una squadra ben messa in campo, con pochissime sbavature che spesso vengono pagate a caro prezzo, ma alla lunga questa squadra lascia punti per strada solo per episodi singoli e non per meriti degli avversari.
Aver affrontato la capolista e non  averle dato la possibilitá di reazione dopo lo svantaggio, aver mantenuto il possesso di palla per gran parte dei 90 minuti senza dar mai la sensazione di poter andare sotto, aver concesso il pareggio solo in una delle poche occasioni da parte degli abruzzesi, é la chiara dimostrazione che il Foggia é sulla giusta via, quella via che potrá portarlo nel calcio che conta.
Quando le cose vanno bene il merito va sempre equamente distribuito tra la squadra, l'intero staff tecnico, la societá, l'ambiente e i tifosi; a proposito di questi ultimi, sarebbe bello rivederli a migliaia allo Zaccheria, in uno stadio che ne dovrebbe accogliere molti di piú dell'attuale capienza ma le regole attuali, che non riusciamo a comprendere, sono fortemente limitanti; purtroppo quando sembra che le cose stiano per normalizzarsi, si presenta qualche nuovo elemento di disturbo che va a mantenere bassa l'affluenza allo stadio.
Resta quindi una grande soddisfazione per una squadra che sta dimostrando di poter fare tranquillamente un salto in avanti con uno stadio che sembrerebbe invece poter fare un salto indietro avendo ormai una capienza da quarta serie.
Sono le regole ad essere fiscali o l'amministrazione a non adoprarsi per risolvere questo antico problema?

Alberto Mangano